I tirannicidi

Il calco riproduce il gruppo dei Tirannicidi (“Uccisori dei Tiranni”), copia romana in marmo di un originale greco, che mette in scena un momento cruciale della storia civica di Atene. Armodio e Aristogitone avevano infatti attentato alla vita di Ippia, tiranno di Atene, e del fratello Ipparco. Nel tentativo di rovesciare il tiranno, Armodio morì, mentre Aristogitone venne ucciso poco dopo. Alla cacciata di Ippia (510 a.C.), Atene commemorò i Tirannicidi commissionando all’artista Antenore la realizzazione di due statue in bronzo. Quest’immagine di esemplare valore venne collocata nell’agora, dove rimase fino al 480 a.C., quando fu sottratta dai Persiani durante l’occupazione della città. Secondo le fonti antiche, al termine delle Guerre Persiane, gli Ateniesi affidarono agli artisti Kritios e Nesiotes l’esecuzione di un nuovo gruppo bronzeo (477-476 a.C.) destinato all’agora. Sembra che alla caduta dell’impero persiano, sconfitto da Alessandro Magno, il gruppo di Antenore sia stato restituito agli Ateniesi e nuovamente collocato nell’agora.

I protagonisti sono colti nell’atto che li ha consegnati alla storia, i corpi nello slancio dell’attacco e i volti imperturbabili. La forza e l’impeto con cui Aristogitone, barbato, e Armodio, più giovane, stanno per scagliarsi contro il nemico sono resi evidenti dalle braccia protese e dall’ampia falcata.

Il gruppo dei Tirannicidi ci è noto attraverso diverse copie di età romana di uno dei due originali bronzei (quello di Antenore o quello di Kritios e Nesiotes): ancora oggi si dibatte sull’identità del modello per le repliche romane e sulla somiglianza tra i due originali in bronzo perduti.

 

DATA DI INGRESSO IN GIPSOTECA: 27 Maggio 1887

I calchi appartengono al nucleo inziale della Gipsoteca, acquistati dal Prof. G. Ghirardini, insieme ad altre opere tratte da sculture del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.