Collezioni

Calchi in gesso

Le gipsoteche, raccolte di calchi in gesso, si sono diffuse in Europa nel Settecento presso le Accademie e gli Istituti d’arte come strumento di educazione al gusto artistico, indispensabile agli allievi per l’esercizio del disegno e la pratica del modellato. Parallelamente, sulla scia della rinascita del gusto classico, si è sviluppato il collezionismo di calchi da parte di sovrani e artisti.

La Gipsoteca dell’Università di Pisa

Nel corso dell’Ottocento, anche le università si sono dotate di gipsoteche, utilizzate come laboratori per l’insegnamento dell’archeologia.
La Gipsoteca dell’Università di Pisa è tra le prime ad essere istituita in Italia, sul modello dell’archeologia germanica. L’avvio della raccolta, ospitata inizialmente presso la Sapienza, prima sede della Facoltà di Lettere e Filosofia, si deve a Gherardo Ghirardini nel 1887 e fu in seguito accresciuta da Lucio Mariani e Silvio Ferri.
La collezione offre oggi una sintesi delle opere più note e significative dell’arte greca, etrusca e romana, accanto ad esemplari meno noti o inediti, e piccoli manufatti plastici: riproduzioni fedeli di opere antiche conservate in differenti musei nazionali ed esteri, in qualche caso perdute e, talvolta, versioni particolari frutto di restauri storici (es. la statua di Marsia del Laterano che danza al suono delle nacchere), o ricostruzioni appositamente realizzate a Pisa in base a nuove proposte interpretative (es. il rilievo dal Tumulo etrusco arcaico della Pietrera di Vetulonia e il Laocoonte Ferri).

L’allestimento dei Gessi nella Chiesa di San Paolo all’Orto

La collezione dal 2005 è ospitata all’interno della Chiesa di San Paolo all’Orto, nell’area del presbiterio, secondo un percorso tematico-cronologico che illustra una selezione di opere dell’arte severa e tardo arcaica greca (gruppo dei Tirannicidi ateniesi, efebo di Krìtios, statua di Penelope), di età classica (busto di Atena, statua di Marsia, Hermes di Olimpia) collocate nell’area del coro, cui si contrappongono dall’altro lato esemplari di età ellenistica e romana (Afrodite di Melos e di Cirene, Apollo del Belvedere, fanciulla di Anzio).
Alle navate laterali sono riservate opere del rilievo funerario etrusco, oltre alla celebre Lupa capitolina, mentre elementi del rilievo architettonico del Partenone ateniese (lastre del fregio e sculture dal frontone est) si trovano sul lato destro. A sinistra sono esposti esemplari di stele funerarie attiche. Un posto a parte occupa il celebre gruppo del Laocoonte dei Musei Vaticani.

Antiquarium

L’Antiquarium di Archeologia è una collezione eterogenea di circa 1500 pezzi originali in cui sono rappresentate quasi tutte le classi di manufatti dell’antichità, in particolare le produzioni ceramiche, dall’area egea a quelle dell’Etruria, ai vasi attici dipinti, con tecnica a figure nere e a figure rosse, con decorazione sovradipinta di età ellenistica, oltre a vasellame da mensa e da cucina dell’epoca romana nelle sue varie classi.

A queste si aggiunge un consistente nucleo di terrecotte architettoniche e votive, da aree santuariali del mondo antico, accanto ad altri piccoli oggetti fittili, e una serie di manufatti in metallo (es. fibule, affibbiagli di cinturoni, rasoi in bronzo) e vetro (es. balsamari, bastoncini ritorti), in qualche caso provenienti da corredi funerari di età ellenistica e romana; e alcuni esemplari in materiale lapideo a tutto tondo e a rilievo.

Collezioni Paletnologiche

Le collezioni paletnologiche e paleontologiche hanno origine dalla collezione di Carlo Regnoli, medico pisano che nel 1867 effettuò i primi scavi relativi alla preistoria nelle grotte della Versilia e del Monte Pisano.

A queste si sono aggiunti nel tempo materiali provenienti da scavi in varie regioni italiane, che vanno dal Paleolitico all’Età del Bronzo. Inoltre vi sono calchi di opere d’arte preistorica e una cospicua collezione di resti faunistici rinvenuti durante gli scavi e necessari alla ricostruzione degli ambienti e dei tipi di economia del passato.

Progetto Sapienza

La Gipsoteca dall’inizio del 2019 si occupa della piccola mostra permanente allestita al piano terra, lungo il porticato est, del palazzo della Sapienza, sede storica dell’Università di Pisa. L’esposizione raccoglie alcuni dei reperti archeologici rinvenuti durante i lavori di restauro eseguiti nell’area a partire dal 2015, a seguito della sua chiusura nel 2012, grazie agli scavi condotti l’Università di Pisa insieme alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Pisa e Livorno.

Pannelli e video raccontano l’evoluzione storica dell’area, ricostruita grazie agli scavi che hanno riportato alla luce due quartieri medievali, succedutisi uno dopo l’altro e ancora perfettamente visibili sotto i pavimenti della Sapienza: un isolato vissuto dal X alla metà del XIV secolo, con case, una chiesa e un cimitero separati da strade e vicoli, e la Piazza del grano, il grande mercato cittadino delle derrate alimentari, costruito a metà del Trecento e poi parzialmente distrutto poco più di un secolo dopo per far posto al complesso universitario.

L’ingresso è gratuito negli orari di apertura del palazzo della Sapienza.

Materiale archeologico proveniente dal sito archeologico Pisa Sant’Eufrasia – ex Salesiani

Il materiale, frutto degli scavi condotti nel complesso “Ex-Salesiani”, è a disposizione dei visitatori in un’esposizione permanente allestita nella Chiesa di Sant’Eufrasia, ubicata all’interno della Biblioteca di Antichistica, Linguistica, Germastica e Slavistica.