Efebo di Kritios

Questo calco in gesso riproduce una statua in marmo proveniente dall’Acropoli di Atene, dove è stata rinvenuta in due parti in altrettante “colmate”, cioè depositi di oggetti cultuali e votivi seppelliti a seguito di eventi traumatici (come ad esempio il sacco persiano): il torso fu trovato nel 1865 nella colmata a sud-est del Partenone, mentre la testa fu scoperta nel 1888 nella colmata tra il vecchio museo e il muro sud dell’Acropoli.

Il cosiddetto Efebo rappresenta una cesura rispetto alla produzione dei kouroi (in greco, giovani uomini) di Età Arcaica caratterizzati da staticità, frontalità, limitata plasticità nella resa anatomica e dal cosiddetto “sorriso arcaico” che ne animava i volti. Nell’Efebo di Kritios il peso grava solo sulla gamba sinistra portante e arretrata, mentre quella destra è leggermente flessa e avanzata, con un elegante accenno di moto che si riflette nel lieve sollevamento dell’anca sinistra. La massa muscolare è trattata in maniera armoniosa, come mostrano le spalle larghe e arrotondate, la morbidezza dei pettorali e il modellato dell’arcata epigastrica e del solco inguinale.

La testa è rivolta verso destra e lievemente inclinata e i capelli, a piccole onde, aderiscono alla calotta raccolti in una treccia che si avvolge intorno al capo. Il volto ha perso il “sorriso arcaico”. La resa calligrafica delle ciocche con fini incisioni e la lavorazione a parte degli occhi, realizzati in pasta vitrea o pietre dure, hanno fatto pensare al lavoro di un artista formato che avesse familiarità con la lavorazione del bronzo; per questo motivo, è entrata in uso l’attribuzione convenzionale a Kritios, considerato autore del gruppo dei Tirannicidi. Questi aspetti permettono di collocare l’Efebo di Kritios all’inizio della produzione statuaria del cosiddetto Stile “Severo”, che caratterizza l’arte greca dei decenni successivi alle Guerre Persiane, dal 480 al 450 a.C. circa.

 

DATA DI INGRESSO IN GIPSOTECA: 1957-58

Acquisizione del Prof. S. Ferri. Dono dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Roma.